giovedì 27 novembre 2008

Preview Portsmouth - Milan | Coppa Uefa

Rapido preview (maledetto pc...).
Formazioni di Portsmouth-Milan (da http://www.acmilan.com/)
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PORTSMOUTH: James, Jonhnson, Kaboul, Distin, Traorè; Bouba Diop, Little, Hughes, Belhadjd; Crouch, Kanu.
MILAN: Dida, Zambrotta, Senderos, Favalli, Antonini; Gattuso, Emerson, Flamini, Kakà, Sheva, Inzaghi.
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Diverse assenza importanti nei Pompeys (Defoe, Campbell, Kranjacar e Diarra (trasformatosi in giocatore fondamentale)) e squadra che dopo l'addio di Redknapp non ha ancora trovato la quadratura del cerchio ed è difficilmente definibile dal punto di vista tattico. Carenze si notano soprattutto in fase difensiva, che ha perso l'ordine e la buona copertura degli spazi che (a parte alcune eccezioni) si notavano fino a qualche settimana fa. In fase offensiva il ritmo, l'intesità e la qualità di alcuni elementi garantiscono comunque discrete garanzie (apprezzabili anche lo scorso weekend nonostante il pareggio interno con l'Hull City).
Con l'inserimento dello stagionato Little (che dovrebbe posizionarsi largo a dx, con Diop che torna nel suo ruolo naturale al centro) Adams cercherà di dare più ampiezza e profondità possibile sugli esterni (vista anche la coppia d'attacco). La catena mancina, soprattutto, mostra un efficacia ed una coesione davvero interessante. L'ex Marsiglia Belhadj, si è inserito subito bene (a parte qualche eccesso di foga) e l'ex gunners Traorè, è un 89 che ha tutte le carte in regola per diventare uno degli esterni bassi più forti al mondo (anche se fino ad ora è stato schierato spesso a centrocampo. vediamo stasera). Littlea a destra, ci mette applicazione ma è fin troppo lineare, mentre Jonhson sta cominciando a confermare quello che prometteva da giovanissimo, con discreta continuità. Coppia mediana di puro contenimento e centrali difensivi in cui l'assenza di Campbell (nonostante l'età) potrebbe farsi sentire con Kaboul che da quando in è in Premier ha dato una brusca involuzione alla sua promettente carriera.
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Commento dopo il 1° tempo
Col passare dei minuti hanno alzato baricentro, ritmo ed intensità di gioco, trovando soprattutto (come prevedibile) diversi affondi sugli esterni. Siamo riusciti a sfruttare bene alcuni contropiedi con il Portsmouth "in uscita", che ha evidenziato le solite lacune di organizzazione difensiva (soprattutto di coordinazione tra centrali ed esterni nei movimenti a salire/scendere del reparto) .Sicuro hanno già visto giocare i Pompeys, perchè si nota una particolare attenzione ai raddoppi (a volte anche triplicati, con emerson che va pure lui in quella zona) sulla fascia sinistra loro (la fascia "forte") (e destra nostra) per contenere Traorè e Belhadj. Sono riusciti però a creare qualcosa ugualmente e soprattutto, finiamo per scoprire la zona opposta con Antonini spesso preso in mezzo tra Little e Johnson (ottimo).
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Commento dopo il 2° tempo
La difficoltà nel coprire completamente il campo in ampiezza, con la nostra fascia sinistra in evidente sofferenza è stata la causa di entrambi i gol del Portsmouth (alidlà degli errori di marcatura in area). Pompeys che giocavano più ordinati del primo tempo, con distanze ridotte tra la terza e seconda linea che hanno evitato loro di subire i break della prima frazione di gioco. Partita che sembrava praticamente chiusa (nonostante le sostituzioni) fino alla punizione di Ronaldinho (bella, ma James vergognoso) che ha rimesso in gioco tutto soprattutto per un atteggiamento sbagliato della squadra di Adams, evidentemente impaurita.

lunedì 24 novembre 2008

Torino - Milan 2 - 2

Dicevo che si era già notato contro il lecce, una fase della partita in cui aldilà degli sforzi iniziali la squadra tendeva inesorabilmente (e naturalmente) ad allungarsi ed a fare male le transizioni difensive. il lecce è penoso ed era bloccato a livello psicologico, quindi ha solo fatto notare il problema senza sfruttarlo a suo favore. Il toro (pur in un disordine tattico scandaloso in fase difensiva, che non abbiamo saputo sfruttare, impostando male tutte le ripartenze -che in genere poi non sono altro che dei coast to coast di Kaka, che ieri non girava-) ha qualità in qualche misura superiori (pur se comunque modestissime), che ha sfruttato creando una buone mole di gioco con relativa facilità.

Gli episodi arbitrali, non li giudico. A volte sono a nostro favore, a volte no. Meglio pensare alla squadra.

mercoledì 19 novembre 2008

Marquinhos


Non è solo la seria A brasiliana a fornire talenti interessanti per i club europei, anche in serie B si possono trovare giocatori di notevole prospettiva come dimostra il caso di Keirrison (di cui parlerò in uno dei prossimi articoli), quest'anno sul taccuino di diversi operatori di mercato, ma rivelatosi già l'anno scorso come un attaccante da futura Selecao.
Oltre al 9 del Coritiba, lo scorso anno fu l'occasione per intravedere le straordinarie potenzialità (affatto inferiori a quelle dello sponsorizzatissimo Douglas Costa ... anzi) di un ragazzo che in questo 2008 è diventato il giocatore più determinante del suo club ed una rivelazione assoluta nel Brasilerao.

Marcos Antonio da Silva Gonçalves, meglio conosciuto come Marquinhos, nasce il 19 ottobre 1989 a Prado, Bahia, in Brasile da una famiglia in difficili situazioni economiche. Nazionale under15 ed under17, dopo tutta la trafila nelle selezioni giovanili del Vitoria, debutta in prima squadra nel 2007. Le presenze di Marquinhos nel Vitoria la scorsa stagione furono solamente due, ma bastarono per far intuire che si trattava si un talento assolutamente fuori dal comune, che non ha potuto far altro che confermarsi nella strepitosa stagione che sta disputando quest'anno sia nel campionato Baiano, sia con le 27 presenze e 7 gol, in serie A. Naturale conseguenza di ciò non potevano non essere gli interessamenti di diversi club, tra cui il Palmeiras che sembra molto vicino a chiuderne l'acquisto.

175 cm per 68 kg, destro naturale, fisico normolineo leggero, elastico e nervoso, Marquinhos nasce trequartista e, nelle giovanili, è stato anche provato da esterno destro di centrocampo, ma quest'anno si è consacrato come seconda punta affiancando (e completandosi) con centravanti con caratteristiche da prima punta come Dinei o Rodrigao. Dotato di straordinarie doti atletiche, notevole stacco da terra, capace in acrobazia, la corsa è bruciante ed esplosiva fin da primi passi e diventante incontenibile in spazi aperti. Tecnicamente dotatissimo, è rapido ed abbastanza lineare nell'esecuzione del gesto tecnico, ha buone doti balistiche soprattutto in movimento e preferibilmente con il suo piede naturale.
Giocatore che sa essere devastante nelle transizioni offensive ribaltando il fronte palla al piede con grandissima velocità, ma abile anche nello smarcarsi con alcuni movimenti senza palla in diagonale dall'interno verso l'esterno. In area di rigore (in cui converge generalmente dalla destra attaccando il secondo palo), si è dimostrato un attaccante migliorabile sotto alcuni aspetti, ma già apprezzabile per la freddezza che dimostra nell'1vs1 contro gli estremi difensori avversari e per la l'agilità con cui riesce sempre a liberarsi per la conclusione.

Valutazione 8,5

lunedì 17 novembre 2008

Tritium, il problema è nella testa

Come c'è scritto in alto :), sono un simpatizzante della Tritium (serie D, girone B)... un commento dopo la partita persa ieri con il Turate.

La classifica attuale sembra confermare quello che è il pensiero più comune tra i tifosi fin da quest’estate: la squadra è stata ridimensionata. Non c’è alcun dubbio che perdere giocatori come Pozzato, Dionisi, Lombardi e Pesenti (la “colonna vertebrale” della squadra di Mangia) sia stato un problema serio, ma nonostante le apparenze, le potenzialità della squadra attuale, non sono così clamorosamente inferiori a quelle del gruppo 2007/2008. Valutazione azzardata o troppo “filo-societaria”? Non credo. Se il mister riuscisse a lavorare con continuità su quello penso possa essere un 11 tipo, molti cambierebbero idea… Il problema è che quando arriverà quel momento (quando ovvero avrà tutti gli uomini più importanti disponibili) potrebbe essere troppo tardi (se non lo è già…) sia per una questione numerica legata alla classifica, sia (cosa più importante) per una questione psicologica di una squadra che non ci crede più e non crede più in se stessa.

La partita di ieri è stata condizionata in modo troppo decisivo dai due gol del Turate all’inizio dei due tempi, per poter trarne valutazioni assolute, ma ha comunque fornito ancora una volta la conferma del problema più serio di questa squadra: la difficoltà nel creare palle gol.
Legare il tutto alla sola mancanza di un attaccante come Pesenti, sarebbe superficiale oltre che fuorviante. Non si può però non sottolineare quanto fosse importante, nello sviluppo della manovra offensiva della squadra di Mangia, la presenza di un giocatore con le sue caratteristiche.
Per una squadra che per idea di fondo ha la volontà di cercare sempre e comunque “di fare la partita” (credo sia anche il volere anche di mister Beggi, sia leggendo sue dichiarazioni, sia vedendo giocare la sua Juniores lo scorso anno) il riuscire ad attaccare difese schierate è lo scoglio principale contro cui si trova la maggior parte delle volte a scontrarsi (nei match in casa, soprattutto). La possibilità di verticalizzare subito la manovra su un riferimento centrale in prima linea, evitando una complicata manovra palla a terra, per poi cercare gli inserimenti sulle “seconde palle” rese fruibili dalle sponde del centravanti è fondamentale. Quest’anno questa possibilità è (rispetto allo scorso anno) è quasi trascurabile.
Diventa necessario a questo punto modificare il modo con cui si costruisce la manovra offensiva, andando a cercare altre priorità (teoriche): un possesso palla più accentuato, ma al contempo dinamico, fatto di pochi tocchi; movimenti senza palla per dare più opzioni di passaggio possibili al portatore di palla e minori riferimenti alla difesa avversaria, maggior profondità di manovra –per tentare di allungare le distanze fra seconda e terza linea avversaria-; partecipazione più consistente degli esterni bassi per dare più ampiezza di gioco ed in fase di non possesso un pressing più alto per cercare di rendere più letali possibili le transizioni offensive che vengono concesse (più recuperi palla alto, più hai possibilità di “fare male”) tenendo al contempo la squadra il più possibile corta (di qui la necessità di un ricorso frequente al fuorigioco).

La Tritium attuale gioca con un baricentro decisamente basso e comincia una fase di pressing solamente nella propria metà campo. La fase difensiva (e quindi il lavoro richiesto ai difensori, meno portati ad intervenire in situazioni “limite”) sicuramente ne trae beneficio, perché aldilà degli 11 gol incassati, se escludiamo la partita in casa con il Renate e la trasferta con la Sestese (partite particolari, che esulano dal trend medio), in cui abbiamo subito 6 gol vediamo che abbiamo preso 5 gol in 9 partite (media 0,5 a gara) dato tutt’altro che trascurabile. Rimane chiaramente il dubbio che aldilà delle volontà teoriche del mister, un’impostazione del genere sia soprattutto legata alla condizioni dei difensori centrali che ha a disposizione, non esenti da errori (che quindi si dilaterebbero e diventerebbero probabilmente troppo determinanti, se la squadra giocasse in un’altra maniera).
In fase di possesso la manovra viene costruita con difficoltà, soprattutto con appoggi semplici (le verticalizzazioni od i cambi di fronte, sono spesso fuori misura) e i centrocampisti (ed anche i difensori) vanno subito in affanno al minimo accenno di pressing con conseguenti errori o palloni sparati via a caso. L’azione fa fatica a decollare e si nota una certa separazione fra la difesa, più i due mediani, con il resto della squadra che finisce imbrigliata fra la seconda e la terza linea avversaria. Il ritmo di gioco basso e l’assenza di movimenti senza palla (Mazzini a parte) non fanno altro che peggiorare la situazione.
Una soluzione per cercare di dare una maggiore qualità nell’impostazione della manovra potrebbe essere quella di arretrare Daldosso in mediana, “alla Pirlo” per intenderci (già di suo ogni tanto si abbassa, sguarnendo però la trequarti). Giocatore decisamente fuori categoria, ha una qualità tecnica ed una visione di gioco che sarebbero determinanti in quella zona di campo. Chiaramente andrebbe affiancato da un ’89 (Corti o Di Ceglie, che hanno ottime qualità in fase di interdizione).
Il ruolo di trequartista andrebbe ricoperto chiaramente da Roberto Bortolotto (quando rientrerà), fondamentale anche con le sue conclusioni da fuori (altra soluzione da ricercare contro squadre troppo bloccate dietro). La presenza di Mazzini sul centro sinistra del tridente offensivo, è fondamentale (sia per l’applicazione che ci mette in entrambe le fasi di gioco) per la capacità –unica- di smarcarsi senza palla in profondità (con le verticalizzazioni mancine di Daldosso la cosa potrebbe diventare letale). Gambino, pur con altre caratteristiche rispetto a Pesenti, si sta rivelando un attaccante assolutamente adeguato al contesto, quindi da parte della società in sede di mercato ci sarebbe la necessità solamente di un acquisto di un centrale difensivo che permetta di giocare in una maniera più adeguata alle idee dell’allenatore. A patto però di crederci… di credere che questa squadra possa fare ancora qualcosa di positivo in questo campionato. Anche se i primi ad autoconvincersi di ciò dovrebbero essere i giocatori. Dovrebbero credere nelle proprie qualità e nella propria forza. Questo è la prima cosa da risolvere.


Classifica Serie D, girone B alla 11esima giornata.



Casa
Fuori
Totale
Casa
Fuori
Totale.
SquadrePtGVNP
GVNP
GVNPM.I.RS
RS
RS
+Renate276510
5320
11830+4113
93
206
+Pro Belvedere Vercelli236411
5311
11722084
75
159
+Darfo Boario226510
5203
11713-1176
79
2415
+Colognese215320
6312
11632051
88
139
-Us Sestese205500
6123
11623-1122
48
1610
=Alzano Cene 1909185320
6141
11461-362
45
107
-Voghera175230
6222
11452-462
86
148
+Calcio156321
5041
11362-853
34
87
=Solbiatese156312
5122
11434-864
57
1111
-Tritium146222
5131
11353-976
45
1111
+Caratese135221
6123
11344-865
24
89
-Borgomanero135212
6132
11344-856
35
811
-Merate126303
5104
11407-1198
49
1317
+Nuova Verolese105032
6213
11245-1135
68
913
-Casteggio Broni106132
5113
11245-1356
411
917
+Turate85023
6204
11227-1348
69
1017
-Fanfulla66123
5014
11137-1748
16
514
-Olginatese45113
6006
11119-1758
212
720

giovedì 13 novembre 2008

Gremio - Felipe e Douglas Costa


L'apertura all'ingaggio di due extracomunitari per squadra, nella scorsa sessione del mercato estivo, ha dato un notevole impulso all'attività in certi paesi degli osservatori italiani ed ha consentito l'arrivo di un certo numero di giocatori che hanno elevato la competitività della classe media del nostro campionato (e di conseguenza di tutto il movimento). La possibilità di acquisire talenti interessanti e di prospettiva a prezzi accessibili (rispetto alla media del mercato europeo), al momento attuale non può però essere trascurata neanche dai cosiddetti top-team. E' di questi giorni la notizia di un accordo quasi chiuso dalla Juventus con il Gremio per due ragazzi "prodotti" dal loro straordinario settore giovanile: Felipe e Douglas Costa. Scopriamo chi sono.

Felipe Mattioni Rohde (o semplicemente Felipe) nasce il 15 ottobre 1988 a Ijuí (Rio Grande do Sul, Brasile). Il Gremio lo preleva dal Santo Augusto dopo un amichevole in cui si era messo particolarmente in evidenza e dopo tutta la trafila nel settore giovanile (condita da diversi titoli e riconoscimenti, tra cui quello di secondo miglior giocatore di un torneo under20 giocato in Spagna) lo fa debuttare da professionista nel Brasilerao 2008.
177 cm per 72 kg, Felipe, destro naturale, fisico normolineo, armonico è un laterale destro che generalmente gioca in seconda linea di un 3-5-2 (ruolo in cui dichiara di trovarsi al meglio).
E un fluidificante di chiaro "stampo" brasiliano a cui piace appoggiare costantemente la manovra offensiva alternando sia affondi senza palla sugli esterni dopo lo scarico ad un compagno, oppure a tagli palla al piede per diagonali interne (tipo quelli di Daniel Alves al Siviglia, con i dovuti -ed al momento enormi- distinguo). Discreto gioco di gambe, in corsa è in grado di andare via nell'1vs1, tecnicamente di buon livello, ha un destro molto sensibile con cui effettua cross, non velocissimi, ma abbastanza precisi e ben "tagliati". Agile e rapido nel breve, ha anche una discreta progressione che gli consente di guadagnare lo spazio necessario per non essere ostacolato al momento di crossare.
Le basi di partenza sono di ottimo livello quello che manca attualmente è forse una certa mancanza di agonismo e decisione durante i 90 minuti. Se la prende comoda nei ripiegamenti difensivi (spesso sono gli interni di centrocampo che devono abbassarsi per coprire la sua zona), lavora poco in fase di pressing, tende quasi a nascondersi in alcuni momenti della partita, proponendosi solo a fasi alterne.

Valutazione 7.

Douglas Costa de Souza, nasce il 14 settembre 1990 a Sapucaia do Sul in Brasile. Nazionale under19 ed under20, si è segnalato come un talento fuori dal comune sin dalle categorie giovanili (vedi ad esempio la Copa Belo Horizonte del 2008) ed ha debuttato da pro nell'ottobre scorso contro il Botafogo.
170 cm per 63 Kg, Douglas Costa, sinistro naturale, fisico brevilineo,leggero, agile e scattante è un centrocampista offensivo che viene schierato in genere da trequartista o da seconda punta.
Tecnicamente eccezionale, ha un grandissimo controllo di palla, una magnifica visione di gioco, salta l'uomo con grande facilità ed ha una rapidità di pensiero e di esecuzione del gesto tecnico davvero notevoli. Estremamente dinamico, svaria su tutto il fronte offensivo (con preferenza nella zona destra del campo cosicché da poter rientrare in posizione di sparo) ed in velocità palla al piede è praticamente inarrestabile. Ha un incredibile facilità di calcio con il piede sinistro, con cui prova conclusioni precise e potenti da diverse posizioni e distanze.
Dovrebbe completare il suo gioco (sfruttando di più anche le sue qualità da rifinitore e non sempre cercando la soluzione in prima persona) e allenare di più anche il piede destro (con conseguenze anche nella direzionalità dei dribbling, come diversi mancini) ma le potenzialità sono davvero grandi e si tratta senza dubbio di uno dei giocatori più interessanti del suo ruolo nel panorama sudamericano.

Valutazione 8,5.

Chiaramente i giocatori meritevoli di una segnalazione di questo Gremio versione 2008 che sta disputando un gran Brasilerao (attualmente è al secondo posto a -2 dal San Paolo capolista) non si fermano qui.
Restando fra i giovanissimi non si può non parlare di Rafael Carioca, mediano classe 89, che unisce doti da leader, buoni basi tecniche e capacità nell'impostare l'azione ad un notevole rendimento in interdizione con un'intelligenza tattica non comune per quell'età.
Se voleva prendere un terzino destro la Juventus poteva guardare anche (anzi forse in prospettiva ci avrebbe anche guadagnato, nonostante non abbia ancora debuttato da pro) a Thiago Ribeiro, classe 89, spiccatamente offensivo, più regolare nel proporsi, con notevoli doti di fondo e con un destro teleguidato (dall'altra fascia meritano una menzione anche Anderson Pico ed Helder, entrambi classe 89).
Rafael Martins, classe 89, nella Copinha Sao Paulo di qualche mese fa si era laureato capocannoniere del torneo e segnalato come un 9, rapido, intelligente ed efficacissimo nei 16 metri finali.
Notevole la stagione del n1 Victor, mentre la sua riserva Marcelo Grohe classe 87 è uno spreco da tenere come dodicesimo.
Di ottimo livello fino ad ora il Brasilerao di Rever, longilineo difensore di 23 anni, schierato generalmente come centrale di sinistra (anche se lui è destro) della terza linea a 3: insuperabile di testa, veloce, preciso nell'anticipo, spiccato senso tattico, non vai mai in affanno e sa anche far ripartire l'azione (a volte proponendosi lui stesso). Di 3 anni più giovane, compagno di reparto di Rever (gioca da centrale di destra) è Leo, rapido, atletico ed irruento (troppo) stopper autore comunque anche lui di una positiva annata.

domenica 9 novembre 2008

Lecce - Milan 1 -1

Rapido commento.

Forse la miglior prestazione stagionale (vabbè il Lecce è una squadra con una rosa da B, ma la prestazione resta) e non portiamo a casa i 3 punti...
Pressing già sulla trequarti avversaria, discreta rapidità di circolazione di palla con massimo due tocchi, buoni movimenti senza palla e facili opzioni di passaggio per ogni portatore (anche per gattuso che non casualmente si fa apprezzare anche in fase di costruzione -pirlo con una prestazioni di squadra così ci andrebbe a nozze-): per buona parte della gara si sono viste alcune cose che si invocano da mesi.
Si è vista qualche piccola crepa solo quando il Lecce in una fase del primo tempo, ha cominciato a recuperare palla più in alto (prima l'azione la spegnevamo molto bene sul nascere) impostando qualche ripartenza e siamo andati in leggera difficoltà sia con i centrali (per giocare con una difesa in questa posizione bisognerebbe avere anche i centrali adeguati...) sia nell'effettuare una transizione difensiva rapida (con non tutti che vi si applicavano). Da tenere in considerazione con un'altra squadra.
Sulla palla inattiva finale c'è stato più un errore singolo che di "sistema", quindi poco da dire.

venerdì 7 novembre 2008

Marko Arnautovic


Quello che stupì gli addetti ai lavori quando si trovarono di fronte il giovane Zlatan Ibrahimovic, fin dai tempi del Malmö FF, fu la strabiliante abilità tecnica unita ad un fisico così possente. Qualità del genere così abbinate, sono casi più unici che rari. Ci sono sì esempi di giocatori che per qualche aspetto sono lontanamente accostabili, ma sono più forzature giornalistiche che altro.
Quando però durante un Europeo under19 (nel nostro caso quello del 2007, vinto dalla Spagna di Aaron Niguez, Asenjo, Parejo, Javi Martinez e compagnia), vedi un armadio austriaco di 192 cm, fare rabone, colpi di tacco smarcanti per i compagni, elastici e no look a ripetizione è evidente che non ci si trova di fronte ad un giocatore normale. Chiaramente gli aspetti da considerare per valutare le prospettive di un giovane calciatore sono molteplici, ma in questo caso le basi sui cui lavorare sono davvero notevoli.

Marko Arnautovic, nasce il 19 aprile 1989 a Floridsdorf vicino a Vienna da una famiglia di origine serba. Nazionale under19 ed under21 austriaco, l'11 ottobre 2008 in una partita di qualificazione ai Mondiali del 2010 in Sudafrica contro le Isole Faroe, subentrando a Marc Janko, ha debuttato
anche in nazionale maggiore.
Dopo ottimi trascorsi (anche in termini realizzativi) nelle giovanili del Twente fa il suo debutto in Eredivisie il 14 aprile 2007 contro il PSV Eindhoven.
Nelle sue prime due stagioni colleziona soprattutto panchine e subentri a partita in corso (16 presenze complessive), mentre in questa stagione è arrivata la svolta. Come per Derdiyok nella nazionale svizzera, anche per Marco l'infortunio di N'Kufo (centravanti titolare in entrambe le squadre) è stata la chiave di volta per la sua esplosione. Con il rientro del 33enne di origine congolese, Arnautovic è stato giocoforza dirottato sull'esterno destro del tridente della prima linea del Twente (l'under 21 olandese Elia, occupa invece la fascia sinistra), non il ruolo migliore per le sue caratteristiche ma la maglia da titolare è intanto entrata in suo possesso e sono arrivati anche i primi gol: 3 in 5 presenze.

192 cm per 83 kg, Arnautovic, è un centravanti destro naturale dal fisico longilineo, potente e muscolare. Nonostante la stazza non è affatto impacciato od oltremodo lento nei movimenti e la sua falcata una volta innescata è apprezzabile: chiaramente la velocità è un aspetto sui c'è comunque da lavorare.
Se schierato da come riferimento più avanzato in un tridente (o anche in una linea a 2), oltre a venire incontro spalle alle porta difendendo con molta abilità la palla per favorire gli inserimenti dei centrocampisti, sa fungere anche da trequartista (allargandosi anche sugli esterni per ricevere) aggiunto sfruttando una visione di gioco fuori dal comune. Controllo e tocco di palla fantastici, ha una qualità e delle risorse tecniche davvero incredibili. Riesce a saltare l'uomo con relativa facilità anche da fermo sfruttando (oltre al corpo come Zlatan), una serie tricks davvero notevoli. Il calcio con il destro (prova però conclusioni anche con il sinistro) è potente e preciso anche da media distanza.
Il maggior difetto rilevabile attualmente è una certa discontinuità di rendimento anche nel corso dei 90 minuti.

Valutazione 8.