lunedì 8 dicembre 2008

Il Punto dopo Tritium - Solbiatese

Avevo sottolineato come per questa Tritium il fattore più importante fosse quello psicologico: questa squadra aveva bisogno di credere in se stessa, aumentare la consapevolezza nei propri mezzi (che c’erano/ci sono) per poi migliorare le proprie lacune e puntare a qualche traguardo. Le cessioni dei vari Mazzini (già decisivo ieri…), Gemmi, Savarese, Marchesi e Bega sono state accompagnate da una giustificazione che era pressappoco questa: bisogna essere realisti, guardare la classifica e capire che non ci resta più molto da fare in questo campionato. Se già questo è il pensiero della dirigenza… dove si vuole andare? In realtà già a partire dai vertici sembra ci sia una sottovalutazione delle potenzialità (in gran parte inespresse) di questo gruppo ed una sopravvalutazione della competitività di questo girone: è bastata la vittoria di ieri per guadagnare 2 o 3 punti su tutte le squadre davanti in classifica (tranne il Calcio). Contando il recupero con il Merate ci potremmo trovare (facendo ipotesi realistiche) a –8 dalla coppia Colognese (che ha già giocato) / Pro Belvedere (che dovrà recuperare in casa contro la Caratese, che ha miglior difesa esterna del torneo… potrebbe pure uscire un pareggio). Il Renate non l’ho volutamente considerato perché, per valutazione mia rientrerà prima o poi nel gruppo. 8 punti in 20 giornate non mi sembrano assolutamente impossibili da recuperare… a patto che se ne abbia l’intenzione.

La formazione proposta ieri da mister Beggi denotava come fosse stata pensata per garantire una coesistenza tra Daldosso e Gemmi, nel caso quest’ultimo fosse rimasto. Una volta rientrato anche Roberto Bortolotto, ci sarebbe stato in effetti un sovraffollamento di giocatori in seconda linea che avrebbe richiesto qualche modifica nell’undici di base, per la sua soluzione. Si poteva pensare anche ad un cambiamento di modulo (4-3-3, con Daldosso a fare la mezzala, ad esempio), ma la formazione di ieri ha sgombrato qualsiasi dubbio.

Pomarè

Turani Cozzi Malgrati Riva

Corti Di Ceglie

E. Bortolotto Daldosso R.Bortolotto

Gambino

Il solito 4-2-3-1, prevedeva in fase di non possesso la presenza a sinistra del tridente offensivo, del rientrante Roberto, con Daldosso a fare il trequartista ed Enrico nella sua solita posizione. La mediana ieri era formata da Di Ceglie e Corti, ma nel caso della contemporanea presenza di Gemmi uno dei due posti sarebbe diventato suo, con l’ingresso di Rugiero (o del titolare Martinelli) come esterno destro basso al posto del Turani di ieri.
In fase offensiva però, R. Bortolotto tagliava verso il centro, con Diego che arretrava di qualche metro; lo spazio così creatosi sulla sinistra avrebbe dovuto essere “attaccato” da Riva che giocava decisamente più alto del solito, con Di Ceglie che si occupava di coprirne la zona lasciata scoperta.
In linea teorica un’idea interessante che avrebbe anche potuto funzionare e creare situazioni pericolose, all’atto pratico è andata un po’ diversamente. Riva ha corso tantissimo, ma non si è proposto quasi mai in maniera efficace, sbagliando spesso i tempi dell’affondo. In fase difensiva oltretutto su quella fascia abbiamo rischiato moltissimo, trovandoci spesso in parità numerica con l’esterno avversario, che fortunatamente per noi, non è mai stato raddoppiato.
Al contempo R.Bortolotto (naturalmente non ancora al 100%), è risultato abbastanza prevedibile e limitato nel suo gioco palla al piede in orizzontale, finendo spesso tra l’altro nella stessa zona di Daldosso. La qualità in fase di palleggio è sensibilmente aumentata, ma la circolazione di palla è sempre stata abbastanza lenta, statica con pochissimi movimenti senza (cosa che garantiva unicamente Mazzini) e con una certa difficoltà a dare sia ampiezza, che profondità alla manovra.
In questo quadro non stupisce che la prima conclusione interessante sia arrivata solamente al 43esimo del primo tempo.
La fase difensiva, finchè la partita è rimasta in parità, è sempre stata abbastanza ordinata, con distanze corrette tra i reparti e coperture sempre adeguate degli spazi. Dopo il fantastico gol del migliore in campo, Di Ceglie (bolide mancino da 30 metri), il baricentro però è inesorabilmente arretrato (nonostante gli sforzi di Cozzi di tenere la linea più alta possibile ed un accenno di pressing già cominciato nella trequarti loro da parte di Ciotta, non accompagnato dal resto della squadra), anche se siamo riusciti a gestire quasi tutte le situazioni offensive loro senza affanni particolari (ottimo Pomarè in un paio di uscite alte). Qualche problema di troppo si è notato invece nelle transizioni offensive, gestite con troppa frenesia.

Sicuramente il nuovo tridente offensivo avrà bisogno di maggiori collaudi per testarne l’efficacia e perfezionarne i meccanismi (anche se rimarrà sempre il problema dell’esterno basso che dovrebbe garantire l’ampiezza di gioco… potendo schierare Turani a sinistra, la cosa avrebbe già un altro significato), però per conto mio si potrebbe provare anche un’altra soluzione.

Pomarè

Martinelli Cozzi Malgrati Riva

Di Ceglie/Corti Daldosso

E. Bortolotto R.Bortolotto Ciotta

Gambino

Con l’arretramento anche in fase di non possesso di Daldosso in mediana, si guadagnerebbe in qualità già all’inizio della costruzione della manovra, evitando tanti palloni buttati via a caso (soprattutto dai centrali difensivi), troppe imprecisioni negli appoggi e qualche cambio di campo o lanci di 25-30 metri in più (che Diego sa fare alla grande). Roberto potrebbe tornare nella sua posizione di gioco (in partenza) ideale, avendo poi più possibilità di scelta sulla zona da attaccare (rendendo il tutto anche meno prevedibile).
Nella zona lasciata libera da Mazzini, per adesso ci sarebbe il solo Ciotta, in attesa di un auspicabile intervento sul mercato (insieme ad un centrale difensivo).

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