domenica 28 dicembre 2008

Juan Pablo Pino - Darwin Quintero - Sherman Cardenas


Il Sudamericano Sub-20 del 2007 vide il successo non proprio meritatissimo del Brasile allenato da Nelson Rodrigues (che aldilà del successo, non fu mai in grado di offire una proposta di calcio interessante, difetto pagato poi nel mondiale di categoria di pochi mesi dopo) di Pato (terzo in classifica cannonieri dietro Cavani ed il cileno Vidal), Lucas, Leo Lima e Willian -tra gli altri-, con il podio completato dall'Argentina e dall'Uruguay.
Incredibilmente ultima ad un solo punto la Colombia che, nella prima fase, era stata una delle nazionali più piacevoli da veder giocare (prima nel suo raggruppamento) e con alcuni talenti offensivi interessanti che però non riuscirono ad avere la giusta vetrina. Primo fra tutti quello che per conto mio fu il miglior giocatore visto in quel torneo: Juan Pablo Pino.

Juan Pablo Pino Puello nasce il 30 marzo 1987, a Cartagena, nel nord della Colombia. La trafila nel settore giovanile dell'Independiente Medellin, viene accompagnata da diversi tornei giovanili in cui si segnala fin da giovanissimo come un giocatore con qualità decisamente sopra la media (tipo i Giochi Centroamericani e dei Caraibi ed il Torneo di Tolone nel 2006). Debutta 18enne in prima squadra nel 2005 e dopo 2 anni, 40 presenze e 4 gol, passa nel gennaio del 2007 per 3 milioni di euro, al Monaco (che superò la concorrenza del Boca Juniors e, soprattutto, dell'Udinese che sembrava aver già chiuso l'acquisto). Il primo anno nel Principato fu tutt'altro che semplice, con presenze soprattutto da sostituto e prestazioni poco significative. I 5 mesi di prestito al Charleroi in Belgio (da gennaio a maggio di quest'anno), dovevano essere utili a fargli trovare continuità di rendimento e fiducia, ma al rientro alla base quest'estate non si registrarono significativi miglioramenti. La prima linea monegasca in questi primi mesi della nuova stagione è stata una continua girandola di nomi e schemi che non hanno fatto altro che creare confusione nel ragazzo, che ha continuato a rendere ben al di sotto delle sue possibilità.
Questo fino praticamente agli ultimi due match con Valenciennes e Bordeaux (comunque persi entrambi dal Monaco) in cui ha fornito le sue migliori prestazioni da anni a questa parte (soprattutto nell'ultima con un gol e due assist -di cui uno stupendo-). Che sia la svolta?
176 cm per 72 kg, fisico normolineo, elastico, agile, reattivo, Pino è fondamentalmente una seconda punta che però nel corso della sua carriera ha ricoperto quasi tutti i ruoli offensivi possibili. Trequartista nella Colombia under20, esterno (su entrambe le fasce) di un 4-2-3-1 in Francia, ha giocato alla grande le ultime partite come spalla di un attaccante rapido come Alexandre Licata. Destro naturale, ha grandi qualità atletiche, ottima elevazione, è ben coordinato nei movimenti, agile, rapido e scattante nel negli spazi stretti, ha un cambio di passo incredibile ed una corsa in progressione bruciante e difficilmente sostenibile. Tecnicamente strepitoso, è dotatissimo nel controllo e salta l'uomo con facilità anche da fermo e con spazi di manovra limitati. E' estremamente efficace sia in fase di rifinitura, sia quando si tratta di concludere, sfruttando doti balistiche davvero notevoli con entrambi i piedi.
Giocatore molto "verticale" nel suo gioco, sfrutta il campo in tutta la sua ampiezza, è rapido ed abbastanza concreto nella giocata. Il suo limite maggiore fino a questo punto è stata la personalità. Se ha corretto questo difetto, può diventare un crack. Il voto è anche un auspicio in questo senso.

Valutazione: 8,5

Eduardo Lara, ct. della Colombia, effettuò un discreto turnover in quel sudamericano sub 20, ma le caratteristiche del suo n.7 erano difficilmente replicabili.
Carlos Darwin Quintero Villalba, nasce il 18 settembre 1987 a Calì, in Colombia. Debutta in prima squadra nel Deportes Tolima nel 2005 e dopo 2 anni (e dopo 52 presenze con 24 gol), passa in Russia al Krylya Sovetov Samara. L'esperienza è assolutamente da dimenticare (solo 11 presenze con un gol -il terzo in un 3 a 0 al Rubin Kazan-) e dopo pochi mesi torna in patria nel Deportivo Pereira. L'aria di casa gli fa molto bene e difatti torna a giocare su livelli eccezionali, portando il suo club al sesto posto nel Clausura (dopo il penultimo dell'Apertura), segnando 13 gol, riconquistando la nazionale e riproponendosi come un dei prospetti più interessanti del calcio colombiano tanto che viene acquistato dai messicani del Santos Laguna (assoluti protagonisti del 2008 in patria) per 4 milioni di dollari.
165 cm per 65 kg, fisico brevilineo, compatto, agile e nervoso, Quintero è una seconda punta estremamente dinamica e guizzante, che per le sue caratteristiche fisiche e tecniche, dovrebbe essere schierato con una prima punta abile nell'appoggiare la manovra e fungere da riferimento centrale. Interessante da questo punto di vista sarà vedere come si integrerà con Christian Benitez (sempre se rimane), che è centravanti di tutt'altre caratteristiche (prima punta adattata, brevilineo, rapido e verticale). Destro naturale (ma si può si tranquillamente considerare ambidestro, data l'incredibile padronanza di gioco con entrambi i piedi), tecnicamente di ottimo livello, è dotato di una rapidità ed un'agilità impressionante. Sguscia via con incredibile facilità in spazi strettissimi, anche se pressato da uno o più uomini, si propone in continuazione in affondi palla al piede, punta sempre l'avversario, per poi andare la maggioranza delle volte a cercare direttamente la conclusione. Rapidissimo nel girarsi e nel cambiare passo, è estremamente dinamico, svaria su tutto il fronte offensivo, ha grande resistenza, è sempre intenso e caparbio nella giocata, aggressivo nel pressing. Sa anche attaccare lo spazio senza palla, ma è generalmente abbastanza monotematico nel tipo di gioco che esprime e questo (insieme al fisico limitato), è attualmente il suo difetto principale.

Valutazione: 7

Pur avendo nel 2007, 2 anni in meno del massimo possibile (come Pato), venne convocato e diede il suo contributo, in quel Sudamericano Sub20.
Sherman Andrés Cárdenas Estupiñán, nasce il 7 agosto 1989 a Bucaramanga, in Colombia. Comincia a tirare i primi calci al pallone a 8 anni nell'Atlético Santander. Già a 10 anni vince il titolo di capocannoniere ad un torneo di calcio internazionale organizzato dalla sua squadra e poco tempo dopo passa nell'Atlético Bucaramanga, squadra per cui tifava fin da bambino. Il 28 agosto 2005 (complici alcuni infortuni ai titolari), a 16 anni e 21 giorni, diventa uno dei più giovani debutattanti di sempre nel campionato colombiano, scendendo in campo contro il Real Cartagena. Il talento parve evidente fin da subito e prova ne fu anche uno strepitoso gol da 30 metri contro l'Atlético Nacional nel suo terzo match da pro. Nel frattempo è diventato titolare e leader tecnico della squadra e le voci di mercato intorno a lui si fanno sempre più insistenti (sembrava vicino ai Glasgow Rangers, qualche giorno fa). Il "grande salto", non tarderà ad arrivare.
167 cm per 62 kg, fisico brevilineo, leggero, agile, baricentro basso, Cardenas nasce attaccante esterno, ma si è fatto conoscere ed apprezzare come trequartista (nel suo club viene schierato anche come esterno di centrocampo in fase di non possesso, ma non è chiaramente la sua posizione ideale). Sinistro naturale, sensibilissimo nel controllo, dotatissimo nel calcio per precisione, potenza ed effetto (è uno specialista dei calci piazzati), un "guanto" quando si tratta di crossare. Cerca di essere sempre al centro dell'azione, tocca moltissimi palloni che si abbassa sovente a ricevere in zona centrale per poi rifinirli come meglio crede. Dotatissimo nel palleggio, notevole è la visione di gioco, alterna il fraseggio corto, a verticalizzazioni per lanciare negli spazi i compagni. Negli ultimi 30 metri risulta determinante per la rapidità di gioco e la capacità di saltare l'avversario, per poi liberarsi alla conclusione con grande facilità.

Valutazione: 6,5

lunedì 22 dicembre 2008

Patric

Maicon e Daniel Alves, pur con caratteristiche diverse nell’interpretazione del ruolo (il primo è più verticale e diretto nella giocata, mentre il secondo –considerando però la versione del Siviglia; ora ha adattato il suo modo di giocare alle esigenze di un modulo tattico diverso a Barcellona, dato che è lui che deve garantire l’ampiezza della manovra, non essendoci più il Navas della situazione con cui dividersi spazi e tempi di gioco-, per sua formazione è meno convenzionale ed ama giocare anche tagliando per diagonali interne), sono considerati i migliori esterni destri bassi in circolazione e basta guardare una partita a caso delle loro squadre per capire quanto siano determinanti (Siena-Inter e Villareal-Barcellona, dell’ultimo weekend tanto per non andare troppo indietro nel tempo).
Chiaramente il valore del loro cartellino è cresciuto in maniera direttamente proporzionale alle loro prestazioni ed è ora a livelli quasi proibitivi (oltre i 35 milioni di euro senza dubbio), per quasi tutti i club al mondo. E’ però interessante considerare come per circa 3 milioni di euro l’uno (Maicon 22enne al Monaco, dal Cruzeiro) e 1 milione l’altro (D.Alves 19enne al Siviglia, dal Bahia), siano stati portati aldiquà dall’Atlantico giovanissimi, creando poi una plusvalenza davvero notevole.
Come ho avuto modo di dire già in altri articoli la Serie B brasiliana è un torneo assolutamente interessante e che permette di valutare ogni anno calciatori in “anteprima” ed accessibili a prezzi contenuti. I campionati 2007 e 2008 hanno proposto in successione due giovani laterali destri, di grande talento e con caratteristiche assimilabili ai due fenomeni appena citati. Lo scorso anno è stata la volta del 21 enne Apodi, autore di una stagione strepitosa con il Vitoria e poi passato al Cruzeiro ed al Santos. L’impressione che ne ricavai, dopo averlo visto giocare diverse volte, fu assolutamente fantastica : un clone di Daniel Alves (immaginavo un suo futuro da grandissimo in tempi brevi). I fatti per ora hanno dimostrato ben altro, dato che (complice anche qualche fastidio fisico, ma il vero problema non sta lì) ha giocato solo poche partite nel Brasilerao di quest’anno, tutte abbstanza interlocutorie (parliamo però ancora di un 22enne, vediamo che succederà...).
La stagione appena conclusa è stata quella invece di Patric, laterale del Criciuma (retrocesso in Serie C, al contrario del Vitoria dello scorso anno, che salì di categoria), rivelazione assoluta del ruolo e con caratteristiche stavolta simili all’esterno nerazzurro.

Patric Cabral Lalau, nasce a Criciuma (guardacaso dove è nato anche Maicon…), nello stato di Santa Caterina, in Brasile il 25 marzo 1989. Prodotto del settore giovanile del Criciuma, dopo alcune presenze nella scorsa stagione, diventa indiscusso titolare nel Brasilerao di Serie B nel 2008. Le notevoli prestazioni gli valgono in settembre la convocazione nella nazionale under 19 che partecipa al Torneo di Sendai in Giappone (in cui gioca da titolare e vince il titolo), poi quella nell’under20, che agli ordini del ct Rogério Lourenço disputerà il Sudamericano (sub20, appunto) a gennaio in Venezuela (presumibilmente ancora da titolare, anche se c’è da considerare l’assenza di Rafael del Manchester United e Michel, ex Flamengo, ora all’Almeria, rispettivamente titolare e riserva nelle selezioni inferiori e che rientreranno probabilmente nel giro la prossima estate quando si giocherà il mondiale di categoria). Il suo cartellino è di proprietà di un gruppo di imprenditori (acquistato per circa 500.000 Euro), che lo piazzeranno quasi sicuramente in qualche club di Serie A (brasiliana) per il 2009.

172 (qua la più grande differenza con Maicon) cm per 72 kg, fisico brevilineo potente, muscolare, compatto, agile e reattivo, Patric è un laterale destro che viene schierato abitualmente esterno di un centrocampo a 4 od a 5. Destro
naturale, la falcata è rapida e potente, la velocità è sostenuta fin da primi passi e si mantiene negli allunghi. Le doti fisiche ed atletiche sono di primo livello, notevoli sono le capacità aerobiche ed anaerobiche, dimostra grande resistenza, capacità di sopportare lo sforzo, grande applicazione e la giocata è sempre intensa e decisa. Tecnicamente di buon livello, appoggia costantemente la manovra offensiva, parte in progressione palla al piede, si propone in continuazione anche in affondi senza e l’azione è generalmente finalizzata alla conquista della linea di fondo, dove poi o appoggia all’indietro per favorire la conclusione dei centrocampisti che si inseriscono a rimorchio tagliando fuori i difensori avversari o alla ricerca il cross (che sa essere potente e “profondo”, ma deve migliorare in precisione ed effetto). I ripiegamenti per quanto gli è possibile (non può chiaramente sdoppiarsi) sono effettuati con puntualità e costanza, senza badare al risparmio di energie fisiche, anche se a livello tattico deve crescere, migliorando i movimenti, soprattutto in sincronia con il resto del reparto. L’impressione che ne ho tratto è stata meno folgorante, di quella che mi diede Apodi lo scorso anno, ma chissà mai che l’evoluzione porti poi a risultati diametralmente opposti (complice l’età più bassa ed una vetrina che l’altro non ha avuto).

Valutazione: 7

mercoledì 17 dicembre 2008

Merate - Tritium 0 - 2


Alla fine il bolide da 30 metri di Di Ceglie contro la Solbiatese è stata la scossa che invocavo da tempo per questa squadra: da allora 3 vittorie di fila, l'ultima oggi in trasferta con il Merate.
Dopo le varianti di domenica per infortuni e squalifiche (Tamai esterno destro basso, Ciotta mediano ed il 17enne Gambirasio esterno nel tridente) oggi mister Beggi è tornato alla formazione che si era vista 10 giorni fa (che sarà presumibilmente per molto tempo quella base, visto l'infortunio piuttosto serio di Martinelli).
Che il "blocco" di questa squadra fosse essenzialmente mentale, lo si è potuto notare dai notevoli passi avanti nella qualità dello sviluppo della manovra in sole due partite. I difetti che erano emersi (vedi il post successivo a Tritium - Solbiatese), sono già stati in parte corretti.
La partita è stata per 60 minuti in totale controllo, buona la circolazione di palla a pochi tocchi, frequenti i cambi di fronte, buona la dinamicità del quartetto offensivo (Daldosso - partiva in pò piu "basso"quasi a disegnare un 4-2-1-2-1- e R. Bortolotto - in evidente crescita di condizione- si scambiavano spesso la posizione, con Enrico che, oltre a garantire la solità profondità di gioco sulla fascia destra, chiudeva spesso al centro e Gambino -generosissimo- tagliava dal centro verso l'esterno a destra o a sinistra, in base ai movimenti dei 3 trequartisti), che ha dato pochi punti di riferimento alla terza linea avversaria mettendola spesso in difficoltà. Apprezzabili anche alcuni transizioni offensive.
L'impressione è stata quella che la partita la potessero chiudere quando e come volevano (e nei fatti si è chiusa con il bel gol di Enrico, di testa -in tuffo- ad incrociare sul secondo palo, su cross di Gambino all'inizio del secondo tempo).
La crescita potrà proseguire migliorando alcuni aspetti come una maggiore continuità all'interno dei 90 minuti ed una crescita nella gestione del possesso palla. Con le doti di palleggio che ha questa squadra (fuori categoria per conto mio), dovrebbe diventare un arma fondamentale per gestire quelle fasi della partita che creano ancora problemi. Anche oggi dopo aver raggiunto il doppio vantaggio, la squadra ha inesorabilmente arretrato il baricentro schiacciandosi troppo a ridosso della propria area di rigore, dando modo e spazio al Merate di provare a rimettersi in partita. La fase di non possesso dovrebbe essere più aggressiva, con un pressing più alto ed una gestione della palla una volta recuperata, più razionale (solo il fatto di buttare palla in avanti quasi a caso o sbagliare qualche passaggio di troppo perchè forzato, da entusiasmo all'avversario che finisce poi per metterti in difficoltà), con appoggi più semplici, anche orizzontali senza cercare subito e per forza la verticalizzazione (che 9 volte su 10, ti fa perdere subito il possesso e non ti permette di guadagnare campo).
Anche in questo aspetto però conta la sicurezza nei propri mezzi e la tranquillità mentale nell'affrontare le partite. Necessitiamo di un ulteriore step, che potrebbe arrivare già domenica nel caso di un risultato positivo e di una bella prestazione nello scontro con il Darfo (quarto), prima della doppia trasferta con il Pro Belvedere (terzo) ed il Renate (primo), che ci potrà dire qualcosa di più sul ruolo della Tritium in questo campionato.
Sono fiducioso...

MERATE-TRITIUM: 0-2 (0-1) Reti: 13’pt Gambino; 3’st E. Bortolotto.

MERATE: Mongeri; Mazzoleni ((9’st Gonfalonieri); Capetti; Merenda; Vallefuoco; Zamboni (32’st Crippa); Slanzi; Mandelli (32’st Salinas); Ricci; Maccarone; Bosio. All. Scarnecchia.

A disposizione: Meregalli; Mora; Temerario; Nenadovic.

TRITIUM (4-2-3-1): Pomarè 6; Turani 6,5, Cozzi 6, Malgrati 6 (25’st Tamai 6), Riva 6; Corti 6, Di Ceglie 6,5; E. Bortolotto 6,5 (13’st Rugiero s.v.); Daldosso 7,5, R. Bortolotto 7,5 (41’st Ciotta 6); Gambino 7. All. Beggi.

A disposizione: Savoldi; Pennarelli; Gambirasio; Spampatti.

Arbitro: sig. Marchesini di Legnago.


Classifica - Serie D - Girone B


Partite
Reti






Totale




Totale.
Squadre Pt









G V N P M.I.





R S
- Renate 32









15 9 5 1 +1





26 11
+ Pro Belvedere Vercelli 30









14 9 3 2 +2





19 11
= Colognese 29









15 8 5 2 0





17 11
= Darfo Boario 26









15 8 2 5 -5





28 21
= Us Sestese 25









15 7 4 4 -6





21 15
- Alzano Cene 25









15 6 7 2 -4





18 13
+ Tritium 23









15 6 5 4 -6





18 15
+ Voghera 22









15 5 7 3 -7





16 11
+ Solbiatese 22









15 6 4 5 -7





15 14
= Calcio 19









15 4 7 4 -12





10 10
+ Olginatese 16









15 5 1 9 -13





17 21
= Caratese 15









14 3 6 5 -13





11 13
- Nuova Verolese 15









15 3 6 6 -16





12 15
- Merate 13









15 4 1 10 -18





16 24
- Borgomanero 13









15 3 4 8 -16





11 20
= Turate 12









15 2 6 7 -17





15 22
+ Fanfulla 12









15 2 6 7 -19





8 16
- Casteggio Broni 11









15 2 5 8 -20




sabato 13 dicembre 2008

Lucas Barrios


Le cronache di calciomercato di queste ultime settimane riportano numerosi interessamenti (tra le altre: Cruz Azul, Marsiglia, Benfica, Shaktar Donetsk all'estero e Atalanta, Udinese, Siena, Palermo, Chievo, Reggina, in Italia), per Gaston Cellerino, un centravanti argentino classe '86 che gioca nel club cileno dei Rangers (ma è in prestito dagli uruguaiani del Fenix Montevideo) e che sta disputando un ottimo Clausura, di cui è capocannoniere. Stiamo parlando senza dubbio di un 9 che merita interesse (prima punta, destro naturale, longilineo potente ed atletico), ma pure di una verifica abbastanza approfondita visto che solo pochi mesi fa è stato al centro di alcune critiche per il suo rendimento. Al contrario, da diversi mesi (da quando cioè è arrivato al Colo Colo), c'è un altro centravanti argentino, che sempre nel campionato cileno, sta giocando su livelli davvero incredibili e merita forse più attenzione: Lucas Barrios.

Lucas Ramon Barrios, nasce il 13 novembre 1984, a San Fernando, Buenos Aires in Argentina.
Prodotto del settore giovanile dell'Argentinos Juniors, debutta in prima squadra nel 2004, per poi cambiare diverse squadre in pochissimi anni: Tigre, Temuco, Tiro Federal, Cobreloa. Dopo un ottimo (14 presenze e 9 gol) secondo semestre con i messicani dell'Atlas nel 2007, passa al Colo Colo per 2,5 milioni di dollari nel gennaio di quest'anno (l'acquisto viene definito in realtà a giugno dopo 6 mesi di presito e dopo una non semplice trattativa). L'impatto è subito importante con 19 gol (capocannoniere) segnati nel torneo di Apertura (il titolo sfugge però nella doppia finale con l'Everton). Attualmente (in attesa della sfida decisiva per l'assegnazione del Clausura, contro il Palestino), siamo complessivamente a 35 reti in 36 presenze. L'erede di Humberto Suazo è arrivato.

187 cm per 87 kg (fonte il sito del Colo Colo, non mi pare però affidabile al 100%) fisico longilineo, muscolare, potente, compatto, Barrios è una prima punta che viene abitualmente schierata in coppia con un altro attaccante (Gazale o Moya), che sa adattarsi a movimenti più esterni e meno "profondi" rispetto a quelli che preferisce l'argentino (generalmente il tridente offensivo è completato da uno dei protagonisti della rivelazione del Cucuta versione 2007, ovvero il colombiano Macnelly Torres, che funge da enganche).
La struttura fisica così possente, unita a buone doti atletiche lo rendono estremamente difficile da marcare (perlomeno per i difensori del campionato cileno). Risulta anche agile, dotato in acrobazia, efficace sulle palle alte (il movimento è quasi sempre a tagliare sul primo palo, sui cross laterali), dopo i primissimi appoggi, sa anche prendere un'ottima velocità in progressione (e contrastarlo quando è lanciato in corsa è una sfida persa in partenza). E' un destro naturale, il calcio è potente (anche se a volte difetta di precisione), tecnicamente è discretamente impostato ed è abbastanza disinvolto nel controllo di palla.
E' un attaccante che cerca moltissimo la profondità, giocando spesso al limite del fuorigioco ed è abile nello smarcarsi senza palla per suggerire il passaggio.


Valutazione : 7

giovedì 11 dicembre 2008

Matias Suarez


La straordinaria prolificità di talenti argentini in determinati ruoli (trequartista/seconda punta), praticamente ad ogni generazione (se guardiamo alle ultime nazionali under17 o under20, in ogni gruppo c'erano almeno 4 o 5 ragazzi di incredibile talento; provate a contare solamente quelli che vi vengono in mente tra in nati dall'87 all'89... parleremo in uno dei prossimi articoli di alcuni classe '90 che non siano solamente Salvio), finisce per far passare in secondo piano (perlomeno in giovanissima età) alcuni ragazzi di grandissime potenzialità, ma che per questo "overbooking" (o una carriera meno "facile") sono meno sponsorizzati e considerati di qualche loro coetaneo. Alcuni esempi possono essere Diego Buonanotte, Nicolas Gaitan, Lautaro Acosta, Sebastian Blanco ed, in misura ancora maggiore, Diego Perotti o, appunto, Matias Suarez.

Matias Suarez (soprannominato Oreja) nasce il 9 maggio 1988 a La Falda (provincia di Cordoba), Argentina. Comincia a giocare in un club del suo paese, l'Unión San Vicente ed a 14 anni, su segnalazione di un osservatore locale, passa al Belgrano di Cordoba con cui debutta da professionista, il 29 ottobre 2006, subentrando a Carlos Andres Soriano, contro l'Arsenal Sarandi. Dopo diverse presenze nel Clausura 2007 (in cui però il club, non vuole mettergli troppe pressioni addosso, facendolo passare come possibile salvatore della patria di un club che stava lottando per non retrocedere), è nella stagione successiva, nella serie B argentina che esplode, diventando il secondo realizzatore della squadra e fornendo prestazioni di grandissimo livello che suscitano l'interesse di diversi club, tra cui l'Anderlecht con cui firma nel maggio del 2008 un contratto di 5 anni. Dopo i primi mesi, tra problemi di ambientamento e qualche fastidio fisico, si sta mettendo sempre più in luce come un talento di grandi prospettive nella squadra che al momento comanda la Jupiler League.

182 cm per 70 kg, Suarez è un attaccante abbastanza eclettico che può giocare sia da prima, che da seconda punta. Nei suoi primi mesi al Belgrano venne schierato anche esterno, su entrambe le fasce, di un centrocampo a quattro in linea e da enganche dietro ad un unica punta (Daniel Rios), lo stesso ruolo in cui debuttò da professionista. Attualmente, nelle partite in cui lo ha fatto partire da titolare, Jacobs, tecnico dei bianco-malva, lo ha fatto giocare o da punta centrale in un tridente con Legear e Boussoufa ai lati, o in coppia con il connazionale Frutos.
Destro naturale, fisico normolineo, leggero, asciutto e reattivo è un giocatore agile e rapido negli spazi stretti, quanto veloce e dalla corsa fluida, in progressione. Tecnicamente molto dotato, estremamente elegante nelle sue giocate, ha un notevole controllo di palla (ed è difficilissimo sottrargliela, anche quando viene raddoppiato) ed è molto abile nel saltare l'uomo sia in corsa che da fermo. Rapidissimo nel girarsi, quando si trova spalle alla porta, manda quasi sempre fuori tempo l'avversario, cambiando poi passo e puntando a concludere l'azione il prima possibile anche con conclusioni da fuori area, in cui sa coordinarsi in modo egregio e calciare in maniera potente e precisa con entrambi i piedi (anche se non disprezza soluzioni più "morbide").
Si fa apprezzare anche sulle palle alte, per tempismo e stacco da terra, mentre dovrebbe migliorare in efficacia realizzativa (è uno di quei giocatori che segna i gol più incredibili e sbaglia quelli più semplici, anche se non credo sarà mai un vero e proprio bomber), in continuità d'azione e potenziarsi fisicamente.

Valutazione: 7,5.

lunedì 8 dicembre 2008

Il Punto dopo Tritium - Solbiatese

Avevo sottolineato come per questa Tritium il fattore più importante fosse quello psicologico: questa squadra aveva bisogno di credere in se stessa, aumentare la consapevolezza nei propri mezzi (che c’erano/ci sono) per poi migliorare le proprie lacune e puntare a qualche traguardo. Le cessioni dei vari Mazzini (già decisivo ieri…), Gemmi, Savarese, Marchesi e Bega sono state accompagnate da una giustificazione che era pressappoco questa: bisogna essere realisti, guardare la classifica e capire che non ci resta più molto da fare in questo campionato. Se già questo è il pensiero della dirigenza… dove si vuole andare? In realtà già a partire dai vertici sembra ci sia una sottovalutazione delle potenzialità (in gran parte inespresse) di questo gruppo ed una sopravvalutazione della competitività di questo girone: è bastata la vittoria di ieri per guadagnare 2 o 3 punti su tutte le squadre davanti in classifica (tranne il Calcio). Contando il recupero con il Merate ci potremmo trovare (facendo ipotesi realistiche) a –8 dalla coppia Colognese (che ha già giocato) / Pro Belvedere (che dovrà recuperare in casa contro la Caratese, che ha miglior difesa esterna del torneo… potrebbe pure uscire un pareggio). Il Renate non l’ho volutamente considerato perché, per valutazione mia rientrerà prima o poi nel gruppo. 8 punti in 20 giornate non mi sembrano assolutamente impossibili da recuperare… a patto che se ne abbia l’intenzione.

La formazione proposta ieri da mister Beggi denotava come fosse stata pensata per garantire una coesistenza tra Daldosso e Gemmi, nel caso quest’ultimo fosse rimasto. Una volta rientrato anche Roberto Bortolotto, ci sarebbe stato in effetti un sovraffollamento di giocatori in seconda linea che avrebbe richiesto qualche modifica nell’undici di base, per la sua soluzione. Si poteva pensare anche ad un cambiamento di modulo (4-3-3, con Daldosso a fare la mezzala, ad esempio), ma la formazione di ieri ha sgombrato qualsiasi dubbio.

Pomarè

Turani Cozzi Malgrati Riva

Corti Di Ceglie

E. Bortolotto Daldosso R.Bortolotto

Gambino

Il solito 4-2-3-1, prevedeva in fase di non possesso la presenza a sinistra del tridente offensivo, del rientrante Roberto, con Daldosso a fare il trequartista ed Enrico nella sua solita posizione. La mediana ieri era formata da Di Ceglie e Corti, ma nel caso della contemporanea presenza di Gemmi uno dei due posti sarebbe diventato suo, con l’ingresso di Rugiero (o del titolare Martinelli) come esterno destro basso al posto del Turani di ieri.
In fase offensiva però, R. Bortolotto tagliava verso il centro, con Diego che arretrava di qualche metro; lo spazio così creatosi sulla sinistra avrebbe dovuto essere “attaccato” da Riva che giocava decisamente più alto del solito, con Di Ceglie che si occupava di coprirne la zona lasciata scoperta.
In linea teorica un’idea interessante che avrebbe anche potuto funzionare e creare situazioni pericolose, all’atto pratico è andata un po’ diversamente. Riva ha corso tantissimo, ma non si è proposto quasi mai in maniera efficace, sbagliando spesso i tempi dell’affondo. In fase difensiva oltretutto su quella fascia abbiamo rischiato moltissimo, trovandoci spesso in parità numerica con l’esterno avversario, che fortunatamente per noi, non è mai stato raddoppiato.
Al contempo R.Bortolotto (naturalmente non ancora al 100%), è risultato abbastanza prevedibile e limitato nel suo gioco palla al piede in orizzontale, finendo spesso tra l’altro nella stessa zona di Daldosso. La qualità in fase di palleggio è sensibilmente aumentata, ma la circolazione di palla è sempre stata abbastanza lenta, statica con pochissimi movimenti senza (cosa che garantiva unicamente Mazzini) e con una certa difficoltà a dare sia ampiezza, che profondità alla manovra.
In questo quadro non stupisce che la prima conclusione interessante sia arrivata solamente al 43esimo del primo tempo.
La fase difensiva, finchè la partita è rimasta in parità, è sempre stata abbastanza ordinata, con distanze corrette tra i reparti e coperture sempre adeguate degli spazi. Dopo il fantastico gol del migliore in campo, Di Ceglie (bolide mancino da 30 metri), il baricentro però è inesorabilmente arretrato (nonostante gli sforzi di Cozzi di tenere la linea più alta possibile ed un accenno di pressing già cominciato nella trequarti loro da parte di Ciotta, non accompagnato dal resto della squadra), anche se siamo riusciti a gestire quasi tutte le situazioni offensive loro senza affanni particolari (ottimo Pomarè in un paio di uscite alte). Qualche problema di troppo si è notato invece nelle transizioni offensive, gestite con troppa frenesia.

Sicuramente il nuovo tridente offensivo avrà bisogno di maggiori collaudi per testarne l’efficacia e perfezionarne i meccanismi (anche se rimarrà sempre il problema dell’esterno basso che dovrebbe garantire l’ampiezza di gioco… potendo schierare Turani a sinistra, la cosa avrebbe già un altro significato), però per conto mio si potrebbe provare anche un’altra soluzione.

Pomarè

Martinelli Cozzi Malgrati Riva

Di Ceglie/Corti Daldosso

E. Bortolotto R.Bortolotto Ciotta

Gambino

Con l’arretramento anche in fase di non possesso di Daldosso in mediana, si guadagnerebbe in qualità già all’inizio della costruzione della manovra, evitando tanti palloni buttati via a caso (soprattutto dai centrali difensivi), troppe imprecisioni negli appoggi e qualche cambio di campo o lanci di 25-30 metri in più (che Diego sa fare alla grande). Roberto potrebbe tornare nella sua posizione di gioco (in partenza) ideale, avendo poi più possibilità di scelta sulla zona da attaccare (rendendo il tutto anche meno prevedibile).
Nella zona lasciata libera da Mazzini, per adesso ci sarebbe il solo Ciotta, in attesa di un auspicabile intervento sul mercato (insieme ad un centrale difensivo).

sabato 6 dicembre 2008

Marc Janko


Sono diversi i centravanti che pur mostrando fin da giovanissimi buone potenzialità, maturano ed arrivano ad esprimere appieno le proprie qualità relativamente tardi. Hoarau si è meritato l'ingaggio da parte del Paris Saint Germain quest'estate, dopo una stagione in Ligue2 con il Le Havre in cui aveva realizzato 28 gol in 38 partite, ma ha "già" 24 anni. In Italia il caso più emblematico è quello di Toni, che esplose nella stagione 2004/2005 segnando 30 gol in serie B con il Palermo a 27 anni. Quest'anno tutti i titoli ed i riflettori sono puntati sul centravanti del sorprendente (fino ad un certo punto) Hoffenheim, Vedad Ibisevic che dopo una carriera da giramondo, sta dominando la classifica marcatori della Bundesliga con 18 gol in 16 partite.
Beh, diciamo che i media sono perlomeno parziali, perchè in un'altra Bundesliga (quella austriaca) c'è un attaccante di 25 anni che ha segnato praticamente il doppio dei gol con sole due presenze in più... il trono di "rivelazione" dell'anno dovrebbe essere perlomeno condiviso.

Marc Janko (figlio di Eva Janko, medaglia di bronzo alle Olimpiadi in Messico del 1968), nasce a Vienna, in Austria, il 25 giugno del 1983. Dall'età di 8 anni entra nelle giovanili dell'Admira Wacker, con cui debutta in prima squadra nel 2003. Un paio di stagioni dopo, complici anche le buone prestazioni nell'under21, passa al Salisburgo in cui però fa molta panchina e poche apparizioni, fino alla primavera del 2006 in cui dopo una bellissima prestazione contro l'Austria Vienna, diventa titolare e chiude la stagione segnando praticamente un gol a partita.
A 23 anni sembrava la svolta della sua carriera, ma una serie incredibile di infortuni gli hanno rovinato le due stagioni successive (che gli sono costate anche la presenza all'Europeo di casa, dopo essere stato inserito nella lista dei 31 preselezionati) in cui ha collezionato solo 21 presenze e 7 gol.
Una volta però che il suo fisico lo ha lasciato in pace è letteralmente esploso segnando un numero impressionante di reti. In queste prime 20 giornate di campionato ha segnato 30 gol (con 5 doppiette, 4 triplette ed una quaterna) ed alla 18esima aveva già battuto il record del club di segnature in un unica stagione. Il neo ct degli austriaci Bruckner, ovviamente non poteva non farlo rientrare in pianta stabile in nazionale, in cui è tornato titolare segnando 2 gol (a Serbia e Francia) in 3 presenze.

196 cm per 88 kg, fisico longilineo potente, muscolare, resistente Janko è una prima punta che il tecnico Adriaanse schiera in genere in tandem con Zickler in un 4-4-2, oppure da punta unica in un 4-3-3 con due esterni che sono più posizionati più o meno "alti" in base alle esigenze (spesso sono però 2 attaccanti come lo stesso Zickler e l'olandese Nelisse).
Sinistro naturale, è un centravanti che sa dare profondità alla manovra ma risulta utile anche come sponda per i centrocampisti in possesso palla. Nonostante il fisico mastodontico non è affatto impacciato, è agile nei movimenti, ha buone doti acrobatiche ed atletiche, un apprezzabile controllo di palla (con le leve lunghe che si ritrova riesce ad effettuare anche negli "agganci" più difficili), è notevole nello stacco da terra e nella torsione quando deve concludere di testa. E' dinamico, prende velocità negli spazi ampi, ed è particolarmente dotato nel calcio, sia da fermo che in corsa, con entrambi i piedi (soprattutto con il mancino, eccezionale per potenza e precisione). In area di rigore da chiaramente il meglio di se, riuscendo ad unire potenza, abilità nello smarcarsi ed una capacità nel finalizzare l'azione che in questi mesi sta veramente strabiliando in molti.

Valutazione: 7.

lunedì 1 dicembre 2008

Guilherme e Keirrison



La difficoltà del Real Madrid, dopo il grave infortunio a Ruud Van Nistelrooy, nel trovare un suo sostituto di livello adeguato è sintomatico della non eccellente situazione nel ruolo a livello
internazionale (c'è in giro un fenomeno francese... ma hai voglia a prenderlo).
La stessa nazionale brasiliana, ha un ben più ampio bacino di scelta in ruoli difensivi (portieri, difensori centrali, oltre ai classici esterni bassi) che non in prima linea. Ronaldo è ormai al capolinea, Adriano è ancora in una fase di delicata della sua carriera, Jò che sta trovando diverse difficoltà in Premier League con il Manchester City, Pato è in una squadra che certo non è l'ideale per la crescita di un giovane ed è finito in un equivoco nella definizione del suo ruolo che lo sta limitando nella crescita. Vero ci sono Vagner Love (stagione strepitosa la sua) e Luis Fabiano (attualmente il centravanti titolare), ma sicuro non si tratta di due campioni.
Scorrendo la classifica degli "artilheiros" del Brasilerao 2008, alla posizione numero 2 e numero 4, con, rispettivamente 20 e 18 gol, troviamo due nomi di due ragazzi di 20 anni (senza clamorosi trascorsi nelle selezioni giovanili brasiliani, quindi arrivati alla ribalta relativamente tardi, rispetto a quella che è la media dei giovani in questo periodo... si parla già da mesi dei talenti più interessanti della prossima under17 brasiliana che si appresta partecipare al Sudamericano sub17 in Cile, nel 2009) che potrebbero in breve tempo andare a colmare questo gap e proporsi sul mercato mondiale come "pezzi" pregiati e abbastanza rari...

Guilherme Milhomem Gusmao, nasce ad Imperatriz, nello Stato di Maranhao , il 22 ottobre del 1988. Comincia a giocare nel Real Salvador di Bahia, dove viene notato dagli scout del Cruzeiro nel 2003. Dopo tutta la trafila nel settore giovanile (con l'acuto della vittoria nella Taça Sao Paulo Junior, di cui è anche capocannoniere), debutta in prima squadra il 7 aprile 2007, ed il 27 maggio del 2007 contro il Paranà, firma la sua prima rete da professionista (attualmente siamo a 63 presenze e 29 gol -senza contare il campionato statale-). Già la scorsa stagione si era fatto notare come uno dei prospetti più interessanti del ruolo (debuttando anche nella nazionale under20), ma il 2008 è stato quello del sua esplosione definitiva con prestazioni assolutamente straordinarie.
174 cm per 77 kg, fisico brevilineo, potente e compatto, Guilherme è un attaccante che sa giocare indifferentemente da prima o da seconda punta adeguandosi ed adattandosi al modulo ed al compagno di reparto. Quando giocava in coppia con Marcelo Moreno (pur non essendo quest'ultimo un "centravanti di manovra", come il suo fisico potrebbe far pensare) partiva preferibilmente dall'esterno (quasi indifferente il lato) per poi convergere in area di rigore. Con l'addio del centravanti boliviano, si è trovato a coesistere con giocatori dalle caratteristiche molto diverse: Thiago Ribeiro su tutti. Con l'ex San Paolo si è costruito un tandem d'attacco, molto più dinamico, che da meno riferimenti alle difese avversarie ed in cui entrambi si dividono tempi e spazi di movimento in maniera più equa. Destro naturale (ma con un sinistro educatissimo), tecnicamente di ottimo livello, capace nel controllo in corsa, abile nell'1vs1, potente nei contrasti, sa difendere bene la palla, nonostante il fisico non statuario. Ama sia venire incontro al portatore di palla per poi rifinire l'azione sfruttando una notevole visione di gioco ed una gran precisione nel fornire assist, sia attaccare lo spazio per proporsi in profondità. Ha buone doti atletiche, è rapido nel breve, sa concludere l'azione anche dalla media distanza con soluzioni precise e potenti, ma si è specializzato nei 16 metri in cui risulta letale ed abile a concludere anche di testa mostrando notevole scelta di tempo.

Valutazione: 8

Keirrison de Souza Carneiro, nasce a Dourados (Mato Grosso do Sul) il 2 dicembre 1988. Fin da giovanissimo entra a far parte delle giovanili del Coritiba in cui si segnala fin da subito per le sue notevoli doti realizzative (realizza pure qualche record di segnature). Debutta in prima squadra nel 2007, in serie B e diventa subito il capocannoniere della squadra che vince il campionato e conquista la promozione (Dunga lo premia convocandolo nella under23 olimpica). Il 2008 si apre bene con un altro successo nel campionato Paranaense (in cui segna 18 gol), ma si complica con l'infortunio già alla prima giornata del Brasilerao contro il Palmeiras che lo tiene lontano dai campi per 8 settimane. Torna a giocare solamente a luglio contro l'Internacional di Porto Alegre, ed a maggior ragione i suoi numeri (20 gol, vicecapocanniere dietro a Kleber Pereira -al cui Santos, tra l'altro ha rifilato una quaterna giusto una decina di giorni fa- quando manca una giornata al termine del campionato) sono ancora più strepitosi.
181 cm per 66 kg (il dato pare comunque abbastanza obsoleto), fisico normolineo leggero, elastico e reattivo, Keirrison è una prima punta straordinariamente dotato quando si tratta di finalizzare l'azione.
Nel 3-5-2 del tecnico Dorival Júnior, ha giostrato nei primi mesi di questo Brasilerao 2008 generalmente da punta unica (in appoggio c'erano gli ottimi Marlos -che è un attaccante esterno/seconda punta- e Carlinhos Paraiba che tagliava da destra verso il centro per fungere da rifinitore), mentre nell'ultima decina di giornate è stato schierato quasi sempre in coppia con il 21 enne argentino, Nahuel Pan che ne ha modificato in parte i movimenti offensivi senza però intaccarne lo strepitoso rendimento. Destro naturale (sa sfruttarlo anche sui calci piazzati), tecnicamente ben impostato, rapido nei movimenti e nell'esecuzione del gesto tecnico, veloce e resistente in progressione. E' un attaccante estremamente verticale, che è in grado sì di fungere da appoggio centrale per lo sviluppo della manovra offensiva (essenzialmente con appoggi palla a terra, non lo si deve cercare con palloni alti e pretendere che funga da "boa") ma da il meglio di se quando attacca lo spazio senza palla in profondità alle spalle dei centrali avversari (di cui cerca sempre "il contatto" quando sono alle sue spalle per trovare dei riferimenti sui cui effettuare poi la giocata) spesso prendendoli in controtempo. In area di rigore è abilissimo nello smarcarsi (spesso tagliando verso il primo palo) e dimostra una capacità fuori dal comune nel concludere a rete in diversi modi (destro, sinistro, in acrobazia, di testa -ottima l'elevazione-) e con una percentuale di realizzazione altissima.
E' da potenziare sotto il profilo fisico e da completare sotto quello tattico (soprattutto nella partecipazione alla fase difensiva), ma può diventare uno dei goleador più determinanti a livello mondiale.

Valutazione: 8,5

giovedì 27 novembre 2008

Preview Portsmouth - Milan | Coppa Uefa

Rapido preview (maledetto pc...).
Formazioni di Portsmouth-Milan (da http://www.acmilan.com/)
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PORTSMOUTH: James, Jonhnson, Kaboul, Distin, Traorè; Bouba Diop, Little, Hughes, Belhadjd; Crouch, Kanu.
MILAN: Dida, Zambrotta, Senderos, Favalli, Antonini; Gattuso, Emerson, Flamini, Kakà, Sheva, Inzaghi.
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Diverse assenza importanti nei Pompeys (Defoe, Campbell, Kranjacar e Diarra (trasformatosi in giocatore fondamentale)) e squadra che dopo l'addio di Redknapp non ha ancora trovato la quadratura del cerchio ed è difficilmente definibile dal punto di vista tattico. Carenze si notano soprattutto in fase difensiva, che ha perso l'ordine e la buona copertura degli spazi che (a parte alcune eccezioni) si notavano fino a qualche settimana fa. In fase offensiva il ritmo, l'intesità e la qualità di alcuni elementi garantiscono comunque discrete garanzie (apprezzabili anche lo scorso weekend nonostante il pareggio interno con l'Hull City).
Con l'inserimento dello stagionato Little (che dovrebbe posizionarsi largo a dx, con Diop che torna nel suo ruolo naturale al centro) Adams cercherà di dare più ampiezza e profondità possibile sugli esterni (vista anche la coppia d'attacco). La catena mancina, soprattutto, mostra un efficacia ed una coesione davvero interessante. L'ex Marsiglia Belhadj, si è inserito subito bene (a parte qualche eccesso di foga) e l'ex gunners Traorè, è un 89 che ha tutte le carte in regola per diventare uno degli esterni bassi più forti al mondo (anche se fino ad ora è stato schierato spesso a centrocampo. vediamo stasera). Littlea a destra, ci mette applicazione ma è fin troppo lineare, mentre Jonhson sta cominciando a confermare quello che prometteva da giovanissimo, con discreta continuità. Coppia mediana di puro contenimento e centrali difensivi in cui l'assenza di Campbell (nonostante l'età) potrebbe farsi sentire con Kaboul che da quando in è in Premier ha dato una brusca involuzione alla sua promettente carriera.
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Commento dopo il 1° tempo
Col passare dei minuti hanno alzato baricentro, ritmo ed intensità di gioco, trovando soprattutto (come prevedibile) diversi affondi sugli esterni. Siamo riusciti a sfruttare bene alcuni contropiedi con il Portsmouth "in uscita", che ha evidenziato le solite lacune di organizzazione difensiva (soprattutto di coordinazione tra centrali ed esterni nei movimenti a salire/scendere del reparto) .Sicuro hanno già visto giocare i Pompeys, perchè si nota una particolare attenzione ai raddoppi (a volte anche triplicati, con emerson che va pure lui in quella zona) sulla fascia sinistra loro (la fascia "forte") (e destra nostra) per contenere Traorè e Belhadj. Sono riusciti però a creare qualcosa ugualmente e soprattutto, finiamo per scoprire la zona opposta con Antonini spesso preso in mezzo tra Little e Johnson (ottimo).
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Commento dopo il 2° tempo
La difficoltà nel coprire completamente il campo in ampiezza, con la nostra fascia sinistra in evidente sofferenza è stata la causa di entrambi i gol del Portsmouth (alidlà degli errori di marcatura in area). Pompeys che giocavano più ordinati del primo tempo, con distanze ridotte tra la terza e seconda linea che hanno evitato loro di subire i break della prima frazione di gioco. Partita che sembrava praticamente chiusa (nonostante le sostituzioni) fino alla punizione di Ronaldinho (bella, ma James vergognoso) che ha rimesso in gioco tutto soprattutto per un atteggiamento sbagliato della squadra di Adams, evidentemente impaurita.