giovedì 11 dicembre 2008

Matias Suarez


La straordinaria prolificità di talenti argentini in determinati ruoli (trequartista/seconda punta), praticamente ad ogni generazione (se guardiamo alle ultime nazionali under17 o under20, in ogni gruppo c'erano almeno 4 o 5 ragazzi di incredibile talento; provate a contare solamente quelli che vi vengono in mente tra in nati dall'87 all'89... parleremo in uno dei prossimi articoli di alcuni classe '90 che non siano solamente Salvio), finisce per far passare in secondo piano (perlomeno in giovanissima età) alcuni ragazzi di grandissime potenzialità, ma che per questo "overbooking" (o una carriera meno "facile") sono meno sponsorizzati e considerati di qualche loro coetaneo. Alcuni esempi possono essere Diego Buonanotte, Nicolas Gaitan, Lautaro Acosta, Sebastian Blanco ed, in misura ancora maggiore, Diego Perotti o, appunto, Matias Suarez.

Matias Suarez (soprannominato Oreja) nasce il 9 maggio 1988 a La Falda (provincia di Cordoba), Argentina. Comincia a giocare in un club del suo paese, l'Unión San Vicente ed a 14 anni, su segnalazione di un osservatore locale, passa al Belgrano di Cordoba con cui debutta da professionista, il 29 ottobre 2006, subentrando a Carlos Andres Soriano, contro l'Arsenal Sarandi. Dopo diverse presenze nel Clausura 2007 (in cui però il club, non vuole mettergli troppe pressioni addosso, facendolo passare come possibile salvatore della patria di un club che stava lottando per non retrocedere), è nella stagione successiva, nella serie B argentina che esplode, diventando il secondo realizzatore della squadra e fornendo prestazioni di grandissimo livello che suscitano l'interesse di diversi club, tra cui l'Anderlecht con cui firma nel maggio del 2008 un contratto di 5 anni. Dopo i primi mesi, tra problemi di ambientamento e qualche fastidio fisico, si sta mettendo sempre più in luce come un talento di grandi prospettive nella squadra che al momento comanda la Jupiler League.

182 cm per 70 kg, Suarez è un attaccante abbastanza eclettico che può giocare sia da prima, che da seconda punta. Nei suoi primi mesi al Belgrano venne schierato anche esterno, su entrambe le fasce, di un centrocampo a quattro in linea e da enganche dietro ad un unica punta (Daniel Rios), lo stesso ruolo in cui debuttò da professionista. Attualmente, nelle partite in cui lo ha fatto partire da titolare, Jacobs, tecnico dei bianco-malva, lo ha fatto giocare o da punta centrale in un tridente con Legear e Boussoufa ai lati, o in coppia con il connazionale Frutos.
Destro naturale, fisico normolineo, leggero, asciutto e reattivo è un giocatore agile e rapido negli spazi stretti, quanto veloce e dalla corsa fluida, in progressione. Tecnicamente molto dotato, estremamente elegante nelle sue giocate, ha un notevole controllo di palla (ed è difficilissimo sottrargliela, anche quando viene raddoppiato) ed è molto abile nel saltare l'uomo sia in corsa che da fermo. Rapidissimo nel girarsi, quando si trova spalle alla porta, manda quasi sempre fuori tempo l'avversario, cambiando poi passo e puntando a concludere l'azione il prima possibile anche con conclusioni da fuori area, in cui sa coordinarsi in modo egregio e calciare in maniera potente e precisa con entrambi i piedi (anche se non disprezza soluzioni più "morbide").
Si fa apprezzare anche sulle palle alte, per tempismo e stacco da terra, mentre dovrebbe migliorare in efficacia realizzativa (è uno di quei giocatori che segna i gol più incredibili e sbaglia quelli più semplici, anche se non credo sarà mai un vero e proprio bomber), in continuità d'azione e potenziarsi fisicamente.

Valutazione: 7,5.

2 commenti:

The Chosen One ha detto...

Onestamente non l'ho seguito in questa sua parentesi belga, però quando era al Belgrano l'ho seguito spesso e devo dire che mi piaceva molto come giocatore. Ha una qualità tecnica notevole.
Di lui mi resterà per sempre impresso un gol con una vaselina zurda stupenda dal limite dell'area.

Brian Spilner ha detto...

Se riesce a proseguire la sua crescita, sarà una bella sorpresa.

Ciao.